Perché la canzone di Tony Effe non è scritta in Romanesco
Cari Amici della Rossa, della buona letteratura gialla e simpatizzanti della Romanità,
quando ho sentito Tony Effe cantare “Damme ‘na mano” ho pensato che finalmente il Festival di Sanremo si fosse aperto davvero ad altre lingue, come successo già lo scorso anno con la canzone di Geolier in Napoletano, recependo un’integrazione al regolamento della gara, voluta dall’allora direttore artistico Amadeus.
Poi ho ascoltato meglio…
Intendiamoci, la canzone ha atmosfera, l’interprete la rende con pathos e a suo modo tutto l’insieme funziona ma siamo ben lungi da poter affermare che si tratti di Romanesco, che essendo una vera e propria lingua e non corruttela di altre (e quindi dialetto) soggiace a stringenti regole ortografiche e sintattiche.
Mi dispiace sempre quando la gente pensa che la mia lingua madre sia una lingua greve, sgrammaticata e approssimativa, ma la verità è che nel cinema, troppo spesso, se ne sono serviti per generare risate sguaiate su battute grasse e di pessimo gusto. L’intento di Tony Effe, invece, è totalmente diverso, ispirandosi direttamente alle ballate di Franco Califano e quindi mi dispiace molto che non abbia potuto rappresentare al meglio la sua lingua come invece avrebbe voluto.
Proverò ad analizzare la prima strofa e il ritornello della canzone, segnalandovi quali sono gli errori veri e propri, sperando che, chissà, Tony possa leggere queste note e scrivere più appropriatamente la prossima volta, regalandoci un’altra ballata suggestiva!
In bocca al lupo al cantante per il Festival e buon ascolto a voi!
la Rossa
Io non soffro per teNon so fare l’attoreSono pronto a sbagliareCome un uomo d’onore
Spengo la sigaretta Come la nostra storia Ogni notte è per sempre Per le strade di Roma E non fare la stupida stasera Tu non sei mai sincera Tu sei pericolosa Io so che morderai la mela Ma di noi cosa direbbe Califano Che è durato troppo poco Cammino sui sanpietrini Fino a quando non te trovo Damme ‘na mano Che c’ho ner core Solo ‘na donna e ‘na canzone Nun conta niente Si crolla er monno Io m’aricordo solo di te Damme ‘na mano Sinno me moro Damme ‘na mano Che c’ho ner core Soltanto te
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NUN, avverbio di negazione (e pensare che dopo è stato usato correttamente!)PÉ – per, prep. semplice (in forma elisa solo se precede vocale: pe avé detto=p’avé detto)SIGHERETTA
SÓ, FÀ, SBAJÀ… tutti i verbi all’infinito sono tronchi, anche esse=essere o avé=avere
IO CE LO SÓ CHE mozzicherai la mela MA CALIFANO CHE DIREBBE DE NOI DUE? La costruzione sintattica il sostantivo, predicato e complemento è obbligatoria nel R. SU LI – su, sopra; li, articolo masch. plur. Sui è aggettivo o pronome possessivo= “di lui” CIÒ – prima persona singolare indicativo del verbo avé, in forma composta col prefisso “ci” C’ho, significa “che ho”: “C’ho fatto?”
GNENTE DE TE
SINNÒ
SORTANTO |