Premio Strega-Giovani: incontro tra Gianrico Carofiglio e le scuole votanti
Cari Amici della Rossa e della buona letteratura gialla,
come Piccola Maestra ho avuto la gioia di poter dialogare su La Misura del Tempo con lo scrittore Gianrico Carofiglio in collegamento streaming con le scuole votanti, secondo le modalità descritte nel comunicato stampa del Premio.
Non è la prima volta invero che l’Associazione Piccoli Maestri si mette al servizio del Premio Strega, ma indubbiamente la pandemia in corso ha imposto modalità di interlocuzione da remoto che noi P.M. stiamo sperimentando con successo anche nella gestione della nostra ordinaria amministrazione, ossia le letture presso le scuole italiani che richiedano la nostra attività in presenza.
Ecco dunque che lunedì scorso alle ore 17 eravamo collegati con tutte le 54 scuole collegate da 11 Regioni Italiane e 3 città estere, il direttore della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi e, naturalmente, il candidato finalista.
La misura del tempo è un romanzo a due piani intrecciati di narrazione distanti quasi trent’anni l’uno dall’altro: nel presente l’avvocato Guerrieri è alle prese con il tentativo di rimediare ad un errore giudiziario, mentre il tempo passato è funzionale all’elaborazione di un bilancio esistenziale e all’introduzione del personaggio di Lorenza, donna con la quale aveva avuto una storia importante e che si rivelerà essere la madre del suo assistito, accusato di omicidio.
Il bilancio del neocinquantenne Guido è spietato: sentendosi sempre “provvisorio” nella professione di avvocato, a volte pensa addirittura di abbandonare tutto, mettersi a scriversi, magari, o fare qualcosa di totalmente diverso che abbia più a che fare con i suoi sogni giovanili, “qualcosa in cui riconoscersi davvero“. Come ogni persona che si accinge a varcare la soglia di un’età importante è portato a tirare le somme. Lorenza si inserisce in questo bilancio.
Gli affezionati lettori di Carofiglio hanno imparato ad amare il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri per la sua profonda umanità, un misto equilibrato di saggezza, indolenza, sarcasmo, incompiutezza e risolutezza, che delinea la figura di un “eroe riluttante“.
E’ stato un vero piacere ragionare sui grandi temi sottesi a La misura del tempo, un romanzo che offre innumerevoli spunti di riflessione per precisa volontà dell’Autore, propugnatore della tesi che anche la lettura e non solo la scrittura, sia un processo creativo e che il lettore debba inserirsi negli spazi di riflessione lasciati appositamente dallo scrittore.
Carofiglio ci ha condotto per mano nei meandri dei ragionamenti che sorreggono l’impalcatura di questo prezioso testo. Li riassumo in maniera molto stringata, regalandovi delle piccole suggestioni che spero vi spingano a voler leggere per intero questo bellissimo libro. Siamo partiti dal concetto di Verità e abbiamo dibattuto su quanto la verità processuale non possa coincidere con la verità assoluta, in quanto i processi non riguardano innocenza o colpevolezza ma l’algebra degli indizi. La funzione dell’avvocato è che nessuno venga condannato in base a procedure scorrette perché, molto più spesso di quanto si possa immaginare, le combinazioni e la fortuna la fanno da padrone sull’esito delle vicende processuali. L’epilogo del romanzo del tempo presente è esemplificativo: “Avrei dovuto essere contento, invece avvertii una sensazione di sconfitta e di inutilità“. Nonostante tutti gli sforzi compiuti, Guerrieri sente di non aver inciso affatto sull’esito della vicenda, risolta da un avvenimento esterno imprevedibile.
E poi sul Tempo, il grande protagonista del romanzo, Carofiglio ci suggerisce che lo scorrere del tempo non è lineare e non si può definirlo senza metafore, spingendoci oltre secondo lo schema del domandare dubitando, come esercizio dei nostri muscoli intellettuali ed etici: “Sarebbe ancora tempo se non potessimo sprecarlo o programmarlo?“. Inoltre, ci suggerisce l’Autore, il tempo sembra accelerare con l’età che passa perché “il tempo scorre veloce quando si invecchia perché, di regola, si ripete sempre uguale, le possibilità di scegliere si riducono, le vie sbarrate si moltiplicano fino a ridursi a un piccolo sentiero“.
Dopo questa prima, piacevolissima ora, i ragazzi hanno potuto porre le loro domande acute e pertinenti: Come si può ripagare il tempo perduto in prigione del giovane Iacopo? Il mondo degli adulti non ammette entusiasmi, dice il protagonista, ma allora coltivare sogni è davvero un’illusione pericolosa? Carofiglio ha fatto quello che avrebbe voluto Guerrieri, ossia abbandonare tutto per la scrittura? E’ stato davvero un’interazione vincente tra i giovani lettori e l’Autore, che si è prestato con entusiasmo a soddisfare tutte le loro curiosità!
Non mi resta che fare gli in bocca al lupo a tutti e 12 gli scrittori finalisti che aspettano con ansia sia l’esito della votazione delle giurie dello Strega Giovani sia la proclamazione della cinquina dei romanzi che voleranno alla finalissima.
E, come dice Carofiglio, “W il lupo!”
Buona lettura (sempre!) a tutti dalla Rossa!