Le recensioni della Rossa per Thriller Café: STRANE LEALTA’ di William McIlvanney
Cari Amici della Rossa e della buona letteratura gialla,
è con profondo rammarico che consegno alla vostra lettura l’ultima recensione un libro di William McIlvanney. L’Autore, infatti, è passato a miglior vita a dicembre 2015 e questo suo splendido romanzo è stato pubblicato in Italia da Feltrinelli ormai postumo.
Scrittore, commediografo, poeta, autore di romanzi gialli e libri di impegno civile, McIlvanney è stato soprannominato il padre del Tartan noir, il capostipite quindi di tanti bravi autori scozzesi contemporanei (Ian Rankin, Stuart MacBride, Val McDermid, Alexander McCall Smith, tanto per fare alcuni nomi), tutti indistintamente eredi di una tradizione letteraria che vanta come progenitore l’autore di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle.
Se la trilogia dedicata all’investigatore Jack Laidlaw (Come cerchi nell’acqua, Il caso Tony Veitch e Strane lealtà) può essere considerata il punto più alto della sua scrittura poliziesca, il romanzo Docherty (1975) fu quello che lo portò alla ribalta come ”l’autentica voce della classe operaia scozzese”. Non sarebbe potuto essere diversamente, dato che suo padre aveva lavorato tutta la vita nei tunnel delle miniere scozzesi e McIlvanney conosceva bene la durezza di quel mestiere.
E’ ancora un grande personaggio dai trascorsi in miniera a dargli la notorietà su più larga scala, quando il romanzo The Big Man (1985) venne adattato per il grande schermo nel 1990 con la regia di David Lelan e le musiche del Maestro Ennio Morricone. Nei panni di Dan Scoular un ispirato Liam Neeson, minatore disoccupato e astro nascente degli incontri di pugilato a mani nude.
Nell’aprile 2016 l’Università di Glasgow gli ha conferito la laurea honoris causa postuma durante una cerimonia commemorativa, alla quale hanno partecipato molti scrittori scozzesi noti. In quell’occasione sia Ian Rankin che Irvine Welsh hanno affermato che la figura di McIlvanney è stata una fonte di ispirazione poetica e umana di grandissimo valore.
Testimonianza e impegno civile, scrittura raffinata e analisi spietata della natura umana, poesia nel narrare la ruvidezza di un clima, un popolo, un’intera nazione. Questo e molto altro è stato William McIlvanney per la letteratura scozzese.
Per me resterà sempre un Maestro dal quale mi auguro di aver imparato almeno un centesimo di quello che ha voluto insegnarmi con i suoi preziosi scritti.
Buona lettura (sempre) a tutti dalla Rossa!
”Who thinks the law has anything to do with justice? It’s what we have because we can’t have justice.”
William McIlvanney, in Laidlaw, ch. 35 (1977).