Le recensioni della Rossa per Thriller Café: OMICIDIO A PIAZZA BOLOGNA di Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani
Cari amici della Rossa e della buona letteratura gialla,
ancora una volta la coppia investigativa Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani hanno colpito nel segno: Omicidio a Piazza Bologna è una meravigliosa opportunità per chiunque ami i cold-case per misurarsi con un crimine rimasto insoluto dal 1958. A dispetto dei verdetti di colpevolezza ottenuti in entrambi i gradi di giudizio dagli imputati, infatti, da più parti sono state sollevate obiezioni o quanto meno perplessità sulla ricostruzione dei fatti data dagli inquirenti di allora, senza contare il fatto che uno dei due imputati si è sempre professato innocente.
L’omicidio della moglie del noto ingegnere Giovanni Fenaroli, Maria Martirano, avvenne nel settembre del 1958 nei pressi di Piazza Bologna a Roma. Le indagini furono condotte personalmente dal Capo della Squadra Mobile di allora, l’integerrimo Ugo Macera, e portarono all’incriminazione di Fenaroli e di Raoul Ghiani che furono in seguito condannati entrambi.
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Il caso Fenaroli, però, non fu solamente un caso giudiziario particolarmente intricato, pieno di colpi di scena, accuse, ritrattazioni, arringhe leggendarie, inquinamento di prove e sul quale gettarono un’ombra sinistra i servizi segreti, ma rappresentò anche un fatto di costume che travolse l’Italia del boom economico, catalizzandone l’attenzione. L’opinione pubblica si divise ben presto tra “innocentisti e colpevolisti” con un accanimento quasi sportivo, alla stregua dell’annosa rivalità tra Coppi e Bartali e con una partecipazione che ora definiremmo da stadio: migliaia di persone accalcate nella piazza antistante la Corte di Cassazione nell’attesa di un verdetto o spintoni e svenimenti per assicurarsi un posto in aula per assistere al dibattimento. L’impatto mediatico fu davvero eccezionale, basti pensare che sui giornali dell’aprile del 1961 la crisi della Baia dei Porci si ridusse quasi ad un trafiletto, rispetto al risalto dato al processo ancora in atto!
Sanvitale e Palmegiani sono abilissimi nel rievocare un intero periodo storico attraverso fatti di cronaca minori e piccole curiosità che costituiscono gustosi intermezzi di una narrazione molto tecnica. Tanto per dirne una, sapete come è nato il nome Diabolik? Sempre nel 1958, un fantomatico Diabolich mandava comunicazioni contenenti enigmi alla Polizia che stava indagando su un omicidio avvenuto a Via Fontanesi a Torino. L’omicida di Mario Giliberti, operaio della Fiat, non verrà mai trovato ma il nome Diabolich, cambiato in Diabolik, è rimasto per tutto nell’immaginario collettivo, grazie all’eroe dei fumetti delle sorelle Giussani!
Buona lettura (sempre!) a tutti, dalla Rossa!